Viaggio tra Gavoi, Fonni, Oniferi, Orune, Orgosolo, Bitti, Onani, Oliena
La valorizzazione del canto a tenore passa attraverso la ricostruzione di una cronologia precisa dei componimenti del passato in otto comuni tra Barbagia e Baronia, valorizzando il lavoro di studio e ricerca del Fondo Pietro Sassu (1978), di proprietà dell’Isre.
Protagonista del progetto è Irene Coni, 32enne di Terralba e dottoranda in etnomusicologia, che grazie al sostegno dell’Isre e del Dipartimento di Lettere dell’Università di Cagliari, sta esplorando e documentando i comuni di Gavoi, Fonni, Oniferi, Orune, Orgosolo, Bitti, Onani e Oliena.
La ricerca
Fondamentali sono la collaborazione con anziani e giovani cantori e le registrazioni raccolte da Pietro Sassu oltre 40 anni fa. Questo materiale permette di individuare non solo i tenores del tempo, ma anche metriche e modalità di canto.
«Si tratta di un progetto importante e stimolante», dichiara Irene Coni. «Sono al mio secondo anno di dottorato e solo da due settimane ho avuto modo di iniziare la ricerca sul campo, grazie alla digitalizzazione del Fondo effettuata dai tecnici dell’Isre, che ringrazio per il supporto».
Ogni settimana Irene intraprende un tour tra i paesi, raccogliendo testimonianze e collaborazioni, e coinvolgendo le comunità locali. «Grazie all’aiuto di appassionati e amici di Pietro Sassu incontro anziani e cantori, facendo loro riascoltare i brani del Fondo, registrando video e intervistandoli. Alla fine del dialogo, i tenores eseguono il loro repertorio e insieme valutiamo eventuali somiglianze con il passato. L’obiettivo è anche quello di abbattere le distanze geografiche», spiega Coni, che punta a concludere il progetto entro il 2026.
Prime tappe e obiettivi
Le prime tappe hanno coinvolto Gavoi e Fonni, dove Irene ha incontrato i gruppi “Su Huncordu Gavoesu” e “Su Connottu”.
Anche il presidente dell’Isre, Stefano Lavra, traccia un bilancio positivo: «Siamo soddisfatti del progetto, nato grazie alla sinergia tra l’Isre e l’Università di Cagliari, che ci permette di preservare il nostro patrimonio storico e culturale, di cui il canto a tenore è un esempio significativo. Il lavoro si sta rivelando preziosissimo e siamo orgogliosi di sostenerlo, certi della sua importanza».
Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Marco Lutzu, docente universitario e componente del comitato tecnico-scientifico del progetto.
Un archivio digitale per il futuro
L’obiettivo cardine è fornire all’Isre un archivio sonoro digitale-umanizzato, che renda il materiale accessibile a tutti, permettendo così di conservare e valorizzare il canto a tenore anche per le generazioni future.
Il progetto, sostenuto con 25mila euro di risorse Isre, dimostra l’impegno dell’ente per preservare la cultura e la tradizione, anche in un’epoca non sempre favorevole.
Articolo Unionesarda.it La ricerca. Irene Coni, di Terralba, al lavoro sul Fondo Sassu con Isre e Università di Cagliari
